Inseguendo Walker Evans

Le prime fotografie di WE che ho incontrato nella mia vita di onnivoro guardone erano state pubblicate da un mensile di fotografia italiano ed erano state scattate in un viaggio nel 1958 circa, in Europa. Il soggetto visto in maniera così diretta, quasi da foto per un catalogo mi aveva profondamente colpito. Eravamo a metà degli anni 70 e qualsiasi fotografia fuori dagli schemi allora imposti dalla critica italiana mi rendevano curioso e felice. Le successive immagini mi spiazzarono completamente. Le testimonianze delle immense case abbandonate delle piantagioni nel Sud degli Stati Uniti mi presero per giorni l’interesse dei miei occhi. Erano la decadenza mostrata senza pudore, con una chirurgia estetica da manuale delle autopsie fotografiche.

Iniziai allora il mio personale inseguimento all’opera di WE che, nonostante i quarantanni passati dalla prima scoperta è ancora in corso. Le fotografie da lui eseguite per la FSA sono tuttora tra i documenti maggiormente significativi della campagna fotografica ordinata e finanziata dal Governo Americano per testimoniare lo sconvolgimento economico e sociale seguito alla crisi del 1929. WE partecipò con un occhio affamato di realtà. Incontrò l’umanità dolente in viaggio per un futuro di sopravvivenza e ne trasse dei documenti fotografici di schietto e sano realismo. Trovai un numero di Progresso Fotografico dedicato al argomento e feci un’abbuffata di uomini, donne, bambini impegnati a sfuggire la miseria.

Ero comunque sempre alla ricerca di qualche nuovo soggetto interpretato da WE anche se la critica di allora definiva il suo apice nelle foto della Grande Depressione. Comprendevo le ragioni, ma mi chiedevo anche come un fotografo a trentasei anni potesse aver chiuso la sua “carriera” senza aver più toccato la macchina fotografica. Scoprii per caso le immagini rubate in metropolitana o agli angoli di una via principale di Chicago e considerai WE uno tra i più eclettici fotografi dell’epoca moderna.

Così ho continuato a inseguire l’opera di WE dopo la seconda Guerra Mondiale scoprendo, piano e con difficoltà una produzione allora poco conosciuta qui nell’Italia fotografica dei primi anni 90. Avevo finalmente visto un’ottima serie di stampe originali in una personale di WE in Olanda nel 1992 e questa visione di immagini poco conosciute, quasi delle seconde scelte, mi aveva ancor più solleticato la curiosità per un fotografo che scoprivo man mano che l’editoria mondiale dava alle stampe anche la sua opera fotografica realizzata per gli editoriali di Fortune, clienti privati e altre pubblicazioni.

L’apprezzamento continuava fino alle recenti pubblicazioni che hanno quasi del tutto messo fine alla mia smania di vedere le opere di WE anche se sono convinto che il nostro uomo sia ancora geloso custode di altre gemme, grandi e piccole, nascoste negli anni da una critica spesso poco attenta alla realtà in fotografia che il nostro uomo ha insegnato alla moderna arte dell’immagine fotografica.

Giovedì 5 Ottobre ore 20.45 inizieranno gli incontri, due, dedicati all’opera di Walker Evans con la visione di libri e monografie dedicate all’autore

Per iscrizioni o informazioni inviare una mail a info@laboratoriodelfotografo.it

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